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Disturbi Specifici di Apprendimento

Martino inciampa.

Dott.ssa Alessandra Lodetti 

Tra le varie peculiarità che possiede il Pedagogista Clinico®️, ne emerge una estremamente importante: il terzo occhio.

Il terzo occhio serve al pedagogista per andare oltre a tutto ciò che è scritto, prescritto o precompilato. Serve per osservare la persona per le proprie capacità e potenzialità e aiutarlo a emergere dalle difficoltà per arrivare a sbocciare come un bellissimo fiore dai colori variopinti e dal profumo inconfondibile.

Questa è la storia di Martino, di 9 anni, che entra nel mio studio insieme ai suoi genitori e a una certificazione fresca di stampa:Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), e per il quale il sistema nazionale di istruzione ha il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché alunni e studenti possano raggiungere il successo formativo. 

I Disturbi Specifici di Apprendimento interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico: di lettura, di scrittura e di fare calcoli.

Martino è il primo di due figli, esile, solare, pieno di spirito e di iniziativa del fare.

Un bambino che ha la fortuna di vivere in aperta campagna, insieme ai nonni, imparando così a coltivare l’orto, raccogliere le olive, tagliare la legna; con accanto gli zii e il cugino sempre presenti nella sua vita, vivendo ogni giorno esperienze di vita in una ricchezza familiare inestimabile.

Purtroppo però, come tutti i bambini della sua età, a causa della pandemia, ha passato tutto il suo secondo anno e parte del terzo di scuola primaria di primo grado, facendo la didattica a distanza (DAD) e riuscendo, nonostante le grandi difficoltà di apprendimento, ad essere sempre presente.

Tornato in classe, con la ripresa della quotidianità scolastica, ha iniziato ad avere la necessità di gridare per farsi notare, portando molto scompiglio e malumori.

I genitori sono determinati a lavorare su Martino perché non accettano l’idea che questo certificato (Disturbi Specifici di Apprendimento) possa diventare una caratteristica propria del figlio per la quale dovrà sempre sentirsi non all’altezza delle aspettative scolastiche, abbassando inevitabilmente la sua autostima.

Non accettano la scrittura con il computer, non accettano che i compagni di classe lo considerino il “giullare” della scuola per via del suo temperamento estremamente socievole, a tratti grottesco, non accettano che sia sempre pieno di lividi perché cade sempre e inciampa in tutto, sui piedi, sugli oggetti, sulle parole..

Il percorso inizia rintracciando e delineando, le Possibilità, Disponibilità e Abilità (PAD®️). Una verifica, per conoscere la persona attraverso l’analisi storico personale, in opposizione alla ricerca di patologie o diagnosi, che punta a un’osservazione dell’espressività grafica e cromatica, verbale e motoria, e delle abilità e disponibilità ad apprendere.

Dopo più di due anni il bambino ha potuto acquisire, sviluppare ed ampliare le capacità di propriocezione e contenimento nei movimenti del corpo, in modo particolare degli arti, oltre alla capacità prensoria, le capacità organizzative spaziali, in relazione al corpo nello spazio e all’utilizzo in modo corretto del foglio e del tratto grafico sul foglio stesso. 

Martino, seguendo i suoi tempi e i suoi ritmi, ha potuto sviluppare anche capacità di codifica e decodifica scrittoria, con particolare attenzione al tratto grafico e quindi alle capacità prensorie della mano destra dominante, sviluppando e potenziando cosi la motricità fine. 

Grazie a queste capacità ha potuto acquisire e incorporare la codifica scrittoria prima in stampato maiuscolo, poi in stampato minuscolo e, infine, in corsivo. 

Il bambino aveva anche un’importante difficoltà di inseguimento oculare, che lo portava a una lettura disfluente, ovvero con un respiro non fluido ma “bloccato” nel suo sistema, che non gli dava modo di seguire la punteggiatura e gli procurava mal di testa con ricadute importanti sull’attenzione. 

L’attenzione e la memoria sono due elementi che hanno sempre accompagnato ogni incontro durante il percorso e fin da subito sono state potenziate con notevole miglioramento; questo ha aiutato Martino a far emergere i primi cenni di autostima.

Tali capacità si sono andate a inserire all’interno del percorso pedagogico clinico in forma globale, rispetto a quanto già citato, portando a risultati notevoli arricchendo le sue capacità di apprendimento.

Quanto detto ha fatto anche da ponte per gli apprendimenti nella sfera logico-matematica, per il quale Martino risultava carente. Oggi riesce a risolvere calcoli di addizione e sottrazione senza la calcolatrice, molto spesso arrivando al risultato finale facendo tutto il procedimento  del calcolo a mente. Ha incorporato il sistema metrico decimale e così ha gettato le basi per la comprensione dei calcoli con divisione e moltiplicazione.

Ogni conquista di Martino ha ricevuto il giusto peso, creando così una base stabile di autostima, che non toccava solo la sfera scolastica ma anche quella relazione ed emotiva, con un linguaggio più fluido e controllato e una dizione più idonea alla lingua italiana, da utilizzare in modo specifico nel contesto scolastico.

Martino oggi è un bambino molto cresciuto, non solo rispetto alle capacità legate a gli apprendimenti, ma anche nella sfera sociale, emotiva e di relazione tra i pari. Ha deciso di iniziare una carriera sportiva nel rugby, sport che lo appassiona molto e che gli regala grandi soddisfazioni, fortificando la sua autostima. 

Anche nel contesto familiare il bambino appare più controllato; rispetta le regole della famiglia e partecipa alle attività a casa.

I metodi e le tecniche proprie della pedagogia clinica, sono state il cardine di questi anni, facendo da guida a un bambino che aveva solo voglia di crescere come gli altri e stare bene con gli altri.